Alla primavera si può dedicare un colore vivace come ..il fuxia...
C'era una volta, tanto tempo fa,
nell'antica Cina il bellissimo palazzo dell'imperatore Youn-Ci-The. Il
palazzo era circondato da un magnifico giardino dove crescevano tutti i
fiori conosciuti nel mondo curati da molti esperti giardinieri.
L'imperatore aveva scelto in moglie la più bella fanciulla del suo
regno: minuta e delicata con neri, lunghi e fluenti capelli. Anche i
suoi occhi erano meravigliosi: occhi di un cupo viola, luminosi e
vellutati, screziati di fili dorati.
L'imperatrice
amava molto i fiori e moltissimo se stessa. Desiderosa di ritrovare in
ciò che la circondava un poco della propria bellezza aveva voluto che il
prato del padiglione dove trascorreva le ore liete della sua giornata
fosse cosparso di viole mammole, le sole che si conoscessero, che
avevano il colore dei suoi occhi.
A corte viveva il pittore Li-Tsan-Chiu che miniava magnifici fiori sulla carta di seta e che era innamorato dell'imperatrice. Vedeva ovunque quegli occhi magnetici e desiderava dipingere un fiore altrettanto bello. Pensando e ripensando trovò il modo di trasformare la viola mammola in un fiore più grande con i riflessi dorati degli occhi della sua amata sovrana.
A corte viveva il pittore Li-Tsan-Chiu che miniava magnifici fiori sulla carta di seta e che era innamorato dell'imperatrice. Vedeva ovunque quegli occhi magnetici e desiderava dipingere un fiore altrettanto bello. Pensando e ripensando trovò il modo di trasformare la viola mammola in un fiore più grande con i riflessi dorati degli occhi della sua amata sovrana.
L'imperatrice
rimase incantata dal dipinto e ordinò ai suoi giardinieri di creare per
lei quel fiore. Dopo molti anni e dopo molti tentativi finalmente il
giardiniere capo Tsi-Ly-Pon riuscì a creare questa nuova varietà di
viola. La chiamò viola del pensiero perché era nata dal pensiero fisso
di un pittore innamorato.
(dal blog "La felice stagione")
Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo,
porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgelo...
Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,
l'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana... (Guccini)
porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgelo...
Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,
l'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana... (Guccini)
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